sabato 24 gennaio 2009
luci e colori del ventennio fascista
sul lato sinistro della foto un fascio littorio primo tipo (1922-1925)
manufatto prodotto nel regio arsenale dell'isola di la maddalena (ss)
completamente in ferro misura cm97 X 19 (alla base) o cm33 max all'ascia
peso kg 30 circa.
concepito per abellire gli uffici, l'oggetto è rimasto inutilizzato
il suo stato di conservazione è pari al nuovo, ad eccezione di
un lieve punto di ruggine alla base, probabilmente dovuto a umidità.
la vernice è ancora quella originale dell'epoca, la parte bronzata è
parzialmente venuta via.
prezzo €4.000.oo
sul lato destro il libro "mussolini, la mia vita segreta"
dino editore 1985 tirato in 5999 esemplari ad personam
il testo riporta documentazioni inedite concesse all'editore
da edda ciano mussolini. la dimensioni sono cm 70 X 50
la copertina (fronte e retro) è una scultura in lastra d'argento.
l'opera, concepita per collezionisti esigenti, non veniva venduta
nelle librerie ma solamente a domicilio, a chi ne facesse richiesta.
all'epoca della produzione costava ben 3.700.000 delle vecchie lire.
lo stato di conservazione del volume è pari al nuovo, la custodia
(ahimè) è invece in uno stato pessimo.
la cifra richiesta è di €900,oo
i capolavori del XIX secolo
nato a Strasburgo il 6 gennaio 1832 e morto a Parigi il 23 gennaio 1883, Gustave Doré è stato uno straordinario illustratore. E' considerato uno degli illustratori di libri più prolifici e di successo del tardo diciannovesimo secolo.
Stranamente la galleria di Bond Street a Londra (che gli fu dedicata in vita nel 1868) raccolse le sue opere pittoriche, alle quali Gustave pensava di affidare la propria fama (quali "la battaglia di Alma", 1855 e "la battaglia di Balaklava", 1857), che non ebbero però la fortuna e la considerazione sperata dall'autore. In realtà sono le sue qualità di disegnatore, illustratore ed incisore che lo hanno reso celebre e famosissimo nel mondo, influenzando anche molti moderni registi (Cecil B. De Mille, tanto per dirne uno) e persino alcuni gruppi rock che hanno scelto sue incisioni per le loro copertine.
Nel periodo trascorso a Parigi (1848-1851, e aveva soltanto sedici anni) produceva settimanalmente caricature litografiche per il Journal pour rire e , nel medesimo tempo, diverse collezioni litografiche (1847-1854).
Tra le sue opere più rilevanti l'illustrazione del Rabelais (1854), Contes drolatiques di Balzac (1855), "l'ebreo errante, di Eugène Sue (1856), i "racconti" di Charles Perrault (1862), "paradiso perduto" di Milton (1865),la Bibbia (1866), le "favole" di La Fontaine (1867), tutte incisioni in legno (xilografiche).
Nel periodo di maggior attività il suo laboratorio occupava fino a quaranta incisori, complessivamente illustrando oltre novanta libri illustrati.
per vedere alcune sue incisioni clicca quì |
Diventato particolarmente famoso per le incisioni a commento della Divina Commedia (soprattutto l'Inferno) e dell'Orlando furioso era anche un grande caricaturista ed uno straordinario artista.
Dotato di grandissime e raffinate qualità tecniche impone alle sue incisioni una tensione trattenuta che le rende vibranti e vitalissime.
l'ipocrisia del giorno della memoria
mi spiego, i genocidi, le pulizie etniche, le stragi, le morti violente di massa, hanno, o meglio dovrebbero, avere tutte lo stesso valore, ma in realtà avviene l'opposto, c'è un distinguio, per tante persone esistono morti di serie a e morti di serie b, non lo trovo corretto, anzi, trovo che sia piuttosto fastidioso il merchandising che c'è su certi morti, come appunto le vittime della shoah, i morti palestinesi, le (poche) vittime del fascismo, i desaparecidos argentini e quant'altro venga strumentalizzato dalle lobby per i loro squallidi tornaconti, si è arrivati addiritura a dedicare un aula della camera ad un teppista da quattro soldi, morto mentre si appropinquava a delinquere e per questo reso martire questi morti vengono considerati di serie a. di contro ci sono i morti di serie b, difatti non si commemorano e non si manifesta per le vittime dei comunisti, per i deportati nei gulag, per le vittime castriste, per il genocidio degli armeni, per il genocidio dei curdi, per la pulizia etnica in bosnia, per i martiri delle foibe, per le vittime dei kamikaze integralisti e potrei citarne centinaia.
Non posso tacere di fronte a queste discriminazioni e non posso fare a meno di incazzarmi come una iena, è ora di finirla, non ci si deve fare belli sopra i morti e non li si deve utilizzare a dimostrazione che tizio era meglio di caio, sono morti e come tali devono avere tutti pari dignità.
Finitela una buona volta con asserimenti fuorvianti circa l'unicità di certe stragi, non è così e lo sapete bene. l'italia và in merda perchè voi siete in costante guerra con l'altro, e questo discorso ne è solo la punta dell'iceberg.
p.s. cazzo
venerdì 23 gennaio 2009
i fratelli melis
I FRATELLI MELIS
Olimpia, Federico, Pino e Melkiorre Melis.
Agli occhi dei contemporanei, primo caso del genere in Sardegna – anticipatore di quelli offerti dalle sassaresi sorelle Altara (imperniate sulla straordinaria figura di Edina) e dalle cagliaritane sorelle Coroneo –, essi saranno noti come i Fratelli Melis. Le ricerche da essi condotte fra arte e artigianato, ciascuno impegnato in un preciso ambito creativo, si sono talvolta sovrapposte, non certo confuse (i caratteri sono sempre riconoscibili) ma sicuramente esperite di pari passo con influenze reciproche. Negli anni Dieci e Venti, i Fratelli Melis saranno degli innovatori, ognuno per il proprio specifico. La loro opera, pur privilegiando esiti regionalisti, sostenuti dall’ideologia di affermazione identitaria che ha attraversato tutta la cultura sarda del ’900, verte a ribaltare ordini precostituiti o mai sondati prima, spingendo l’oggetto-prodotto verso la diffusione del mercato, o meglio, concependolo per esso. Olimpia (Bosa 1887- 1975) crea a Bosa una rete manufatturiera per la realizzazione del rinomato filet, piegandolo a soddisfare le nuove richieste d’arredo (tendaggi, giroletto, tovaglie, bordure, ecc.), portando tale artigianato ad affrontare una nuova casistica d’uso. Olimpia Peralta Melis distribuisce i suoi manufatti a Roma, Parigi, New York. Federico (Bosa 1891-Urbania 1969), da scultore, com’egli rimarca all’origine, si orienta decisamente verso la ceramica fin dai primissimi anni Venti. Partito da Ciusa, ovvero da terrecotte colorate “a freddo” mediante vernici sintetiche, Federico riscopre la prassi di cottura degli smalti mediante la muffola, ottenendo il fissaggio dei colori sottovetrina in seconda cottura. Il risultato lo indica come primo ceramista moderno della Sardegna, posizione consolidata per la successiva possibilità (1927) di realizzare i modelli con l’ausilio della ditta cagliaritana SCIC, specializzata nella produzione su scala industriale di ceramiche per l’arredo e sanitari. Pino (Bosa 1902-Roma 1985), il più giovane della famiglia, già illustratore nel 1920 per Il giornalino della Domenica di Vamba, si rivelerà raffinato e poetico interprete, forse il più delicato dei Melis, realizzando tavole che costituiscono altrettanti prodigi pittorici per perizia tecnica e trovate narrative, privilegiando la non semplice dimensione lenticolare.
ROSETTA E PASQUALINO
1919, serie di cartoline, ciascuna cm 13,7 x 8,9, edite a Parma
da F. Zafferri, Bosa, Raccolta Melis.
Questo gustoso racconto “a puntate” manca di qualche sequenza ma
è perfettamente definito nei “passaggi” salienti.
IPPODROMO DI CHILIVANI, 1924
manifesto, cm 100 x 70, Bosa, Raccolta Melis.
Federico Melis, ANFORA SARDESCA, 1927-31.
Pino Melis, LA SPOSA (anni Cinquanta).
Biglietto pubblicitario per l'Impresa Artistica Artigiana,
Melis-Alessandrini,
Roma, 1929-33, cm 10,8 x 17,1,
Bosa, Raccolta Melis.
ACQUAIOLA AFRICANA
(ante 1930), contenitore, terraglia da stampo dipinta e invetriata,
h cm 26,4.
antonio ballero -biografia-
Nacque a Nuoro nel 1864, compiendo gli studi classici a Cagliari. All'età di vent'anni scrisse "Don Zua" e il racconto "Vergini bionde", pubblicati a Sassari dall'editore Dessì nel 1894. Divenne collaboratore di diverse riviste e giornali, sia di carattere locale che nazionale. Appassionato di pittura, si dedicò a quest'arte a partire dai trent'anni. Per poter esercitare quest'arte si accontentò di lavori umili e mal retribuiti ma che gli potevano garantire il tempo necessario per le sue opere e l'ispirazione dei paesaggi sardi, riproducendo sulle sue tele scene di feste, balli, gare poetiche, paesaggi e costumi. Nonostante ciò riuscì a viaggiare per l'Italia, venendo così a conoscere le opere di grandi artisti reinterpretando le correnti stilistiche che dominavano il suo tempo. Nel 1919 si sposò con una giovane artista faentina, Ofelia Verzelloni. Ebbe ispirazione dai contatti con Sebastiano Satta, Francesco Ciusa, Grazia Deledda, ma non di meno fece con Giuseppe Pellizza da Volpedo e soprattutto Eduardo Chicharro, pittore costumbrista spagnolo che soggiornò ad Atzara nei primi anni del Novecento. Riuscì ad esporre in numerose città tra le quali Genova, Torino, Milano, Monza, Sassari e Cagliari. Morì nel 1932 a Sassari.
Biografia di Umberto Boccioni
Boccioni nasce a Reggio Calabria il 19 ottobre 1882, da genitori romagnoli della provincia di Forlì, trasferitisi in Calabria.
La famiglia si sposta in seguito a Padova nel 1888 e poi a Catania nel 1897, dove Boccioni consegue il Diploma in un Istituto Tecnico. E' nella città siciliana che il giovane Umberto inizia la collaborazione con alcuni giornali locali. Nel 1901 si trasferisce a Roma presso una zia e comincia a frequentare lo studio di un cartellonista. Risale a questo periodo il suo incontro con Severini, insieme al quale diventa discepolo di Giacomo Balla, dal quale entrambi si allontaneranno molto presto. E' dell'aprile 1906 il suo primo soggiorno a Parigi, seguito da quello in Russia dopo pochi mesi. Tornato in Italia si stabilisce a Padova e si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Venezia. Intraprende un altro viaggio verso la Russia ma si ferma a Monaco, in Germania. Al ritorno da questo soggiorno comincia a dipingere e a sperimentare i primi tentativi nel campo dell'incisione. La vita artistica italiana è ancora fortemente ancorata alle vecchie tradizioni provinciali. Per questo sceglie come meta Milano, unica città dinamica, dove conosce Romolo Romani e frequenta Previati, dal quale riceve una certa influenza simbolista.
Dopo la pubblicazione sul "Figaro" del primo manifesto futurista ad opera di Marinetti, Boccioni si avvicina al movimento avanguardista e nel 1910 scrive, con Carrà e Russolo, il "Manifesto dei pittori futuristi" e il "Manifesto tecnico della pittura futurista", firmati anche da Severini e Balla. Boccioni diventa il massimo e più rappresentativo esponente del movimento, sviluppando un linguaggio proprio e riconoscibile. Nel frattempo partecipa attivamente a tutte le iniziative, dalle lotte delle "Serate futuriste", organizzate nei teatri delle province italiane, alle mostre, da lui stesso allestite, nelle varie capitali europee, Parigi, Londra, Berlino, Bruxelles. Intanto scrive il "Manifesto della scultura futurista", le pagine principali della sua poetica, scolpisce e dipinge la serie delle opere dinamiche; dal 1913 collabora alla rivista "Lacerba", organizzata dal gruppo fiorentino capeggiato da Soffici.
Lo scarso interesse per la sua arte da parte del pubblico italiano, e anche l'ostilità di certi ambienti culturali futuristi, come quello fiorentino, lo spingono a rifugiarsi nell'appoggio della madre, figura fondamentale e amatissima.
Con l'inizio del Primo Conflitto mondiale nasce l'adesione di certi intellettuali all'interventismo. Boccioni, e come lui molti altri pittori, si arruola nei ciclisti e parte per il fronte. Nel frattempo la sua arte si trasforma sull'onda delle nuove avanguardie europee. Collabora con la rivista "Avvenimenti" e si riavvicina al suo vecchio maestro Balla.
Il 17 agosto 1916 muore dopo una caduta da cavallo nella periferia di Verona.
Umberto Boccioni
Altri approfondimenti
Disegni e incisioni della Galleria Nazionale di Cmartedì 20 gennaio 2009
da far girare...
NEW YORK
Pedofilo dichiarato, Jack McClellan gestisce alcuni blog nei quali pubblica immagini di bambine e rivendica il diritto degli adulti ad avere contatti con loro. E nessuno può impedirglielo, a termini di legge: ha la fedina pedina pulita.
gruppi di genitori americani stanno cercando di combatterlo sul suo stesso fronte, facendolo conoscere via internet. aiutiamo questi genitori divulgando anche noi la foto e la storia di questo pedofilo dichiarato.
possiamo fare questo piccolo sforzo, combatterlo anche noi sul suo stesso terreno.
evento divulgato e sostenuto dall' associazione italiana che combatte da anni la pedofilia
http://www.aquiloneblu.org
COPIATE E INCOLLATE NEI VOSTRI BLOG
sabato 17 gennaio 2009
ideologia comunista: da proibire
i crimini partigiani, atto primo
donne militari, no grazie
le assurde pretese dei gay, finti moralizzatori
news su Eluana Englaro
venerdì 16 gennaio 2009
occhio alla spesa
santoro... che pena
La puntata di Anno Zero di ieri sera è stato l'ennesimo esempio di stupidità gionalistica televisiva. Sentir parlare un cuoco che inneggia alla lotta armata contro israele e ad Hamas mi ha fatto seriamente rimpiangere di aver disprezzato "La prova del cuoco" di Antonella Clerici, giacchè sentire lucia annunziata dare del fazioso ad un suo compagno di squadra, indica chiaramente e senza ombra di dubbi che si è davvero andati oltre.
E' il caso di evidenziare qualche punto:
- i razzi che da Gaza vengono quotidanamente diretti verso le città israeliane sono molto costosi, eppure vediamo nelle immagini dei tg che riprendono Gaza una baraccopoli. La striscia di Gaza riceve finanziamenti da ogni dove.. Organizzazioni umanitarie, lega araba, Iran.. eppure sembra che si preferisca comprare armi invece che far progredire il Paese. Scelte dettate probabilmente da una religiosità fanatica e malata.
O semplicemente quella di Hamas è una casta che si arrichisce e fa morire un popolo, il suo popolo.
- il gruppo Hamas, estremisti islamici oltranzisti, se avessero la meglio come purtroppo sembra già abbiano tra la popolazione, renderebbero la palestina un paese simile all' Afghanistan dei Talebani. Senza scrupoli nell'usare la cittadinanza e i minori come scudi umani, costruiscono i bunker sotto gli ospedali per essere inattaccabili. Eppure c'è chi simpatizza per loro anche in Occidente..
Non condivido totalmente la politica sionista, ma non si può negare che mai come in questa circostanza non potessero agire altrimenti.
abolizione della festività del 25 aprile
Dopo la verita' sulle foibe, sui massacri compiuti dai comunisti durante e dopo la guerra civile, dopo il terrorismo e la violenza rossa degli anni '70-80, dopo che tutti hanno capito che le atrocita' furono compiute in ugual modo DA ENTRAMBE LE PARTI, che senso ha mantenere una festa che ricorda solo sangue e morte?
La cosiddetta "resistenza" oggi non ha piu' alcun valore, e' un periodo passato e concluso della nostra storia e non vi e' piu' alcuna attualita' a celebrarlo e tanto meno a mitizzarlo come fanno i kompagni.
Questi sciagurati, vedendo la sconfitta della loro perversa ideologia marxista in tutto il mondo, si attaccano ancora come misere sanguisughe a eventi passati da oltre 60 anni, del tutto inattuali nell'Italia di oggi, dove ben altri sono i problemi che non rifarsi buffonescamente e miserevolmente ai miti del passato.
La liberazione (anche se la chiamerei "alto tradimento") dal fascismo, dovuta agli alleati e non a quei quattro scalcagnati spesso usciti dalle patrie galere, e' stata giusta, ma non è stata effettuata in modo equo, anzi, è stato un vero e proprio abuso.
Oggi e' necessaria la liberazione dall'ideologia comunista, che ancora grava come una piovra e impedisce lo sviluppo del paese, della liberta' e dell'individuo.
beneficienza, un invenzione dei parassiti
la cassiera del gruppo auchan ci chiede se vogliamo dare qualcosa a telethon nei centri commerciali rossi ci chiedono di fare la spesa anche per i romeni.
tra qualche giorno la tv ci spaccherà le palle con 30 ore per la vita, con tante di quelle facce di merda strapagate che ci chiedono date quà, date là, ma a loro volta non scuciono un cent
le scuole fanno le raccolte per gli extracomunitari.
a verona passavano le infermiere della croce rossa.
poi, c'è chi ci chiede di adottare a distanza, un nonno, un bimbo, o un cane.
ma che palle, siamo nella merda sino al collo e dovremmo levare le castagne dal fuoco ai parassiti?
che poi, come se non sapessimo che il grosso (quando non tutto) del bottino se lo spartiscono gli organizzatori delle suddette raccolte.
organizzazioni come la fao e l'unicef costano miliardi di euro solo in spese di gestione.
ogni tanto a striscia sputtanano prodotti che non verranno mai spediti e che marciscono da anni in qualche container.
senza contare che i pochi carichi che arrivano a destinazione vengono rivenduti al mercato nero, invece di essere distribuiti.
personalmente non faccio beneficienza, però, se proprio volessi farla la farei in modo diretto (cioè, senza intermediari che gestiscono la mia offerta), magari dando qualche eurino al vicino di casa che cerca il pranzo tra i resti dell'organico.
VOI:
fate beneficienza?
se si, in che modo e che cifre versate?
lo fate per senso di colpa, o perchè davvero credete nella solidarietà? (quì, siate sinceri eh)
secondo voi, se foste voi ad aver bisogno, pensate che sareste aiutati o meno?
nella stessa situazione, credete che gli amici vi aiuterebbero?
avete mai avuto di questi problemi e siete stati aiutati, o invece vi hanno voltato le spalle?
se non ne fate, è perchè siete d'accordo con le mie osservazioni, o perchè economicamente non siete in grado di farne?
quando ci sono le raccolte di abbigliamento e/o di oggetti ancora utilizzabili, partecipate o preferite riciclare diversamente i vostri beni in esubero?